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Candidare a governare il Veneto per conto PD tale Viola cognome Antonella nome, da Taranto: ci sta pensando, e Crisanti Andrea zanzarologo pronto in panchina!
Chi è costei? E' immunologa televisiva più resistente del Covid, espertologa che sentenziò, in una delle sue innumerevoli ospitate su La7, canale dedicato ai diversamente intelligenti, "l'alcool è cancerogeno e non si deve berne nemmeno una goccia". Adatta al contesto veneto.
Nella testa del pidiota organico, questa non è autoinculanza perdente in purezza. La scelta illustra alla perfezione il DISPREZZO IGNORANTE che nutrono per la prima locomotiva economica d'Italia in rapporto al numero di abitanti. Come con Trump, fan prima a credere che siano solo ignoranti di merda che non li votano perché indisciplinati, autonomisti, disonesti, evasori. Noi del disprezzo dei pidioti ce ne fregiamo, ce ne fregiamo altamente.
Trump Declares War Against Chemtrails as Unmarked Planes Dump Toxic Payloads Over U.S.
The Chemtrails are back. And with them, a toxic fog unlike anything we’ve seen before. What changed? Insiders say the global elite weren’t about to let their most critical operation die after the federal government pulled the plug on funding.
Chemtrail programs are too big to fail - critical to the elites' agenda. So now, they’ve gone private. America’s skies are swarming with unmarked planes, flying off-radar, breaching airspace, and unleashing their payloads on an unsuspecting public.
This isn’t just weather manipulation - it’s warfare in plain sight. 🤔
La quantità di energia che arriva dal sole alla terra ogni ora è 430 quintiliardi di Joules (430 seguito da 18 zeri). Ogni. Ora. La quantità di energia emessa dall'umanità intera nello stesso tempo è 0,0002 quintiliardi di Joules. Dubito fortemente che questo 0,0000 qualcosa percento rispetto all'energia solare riesca a provocare qualche effetto significativo sul clima, prevalendo sulla prima.
ispirato da https://x.com/MarcoDabizzi/status/1793489302338654498
Non sono state generate emissioni di CO2 per diffondere questo legittimo dubbio (si parla di energia solare, rinnovabile).
Battute a parte, è troppo difficile per i gretini? Ok, traduciamo. E' come se foste in salotto assieme a Godzilla e King Kong e la mamma raccomandasse a voi di prestare attenzione ai movimenti che fate, per via della cristalleria.
Perché? Perché LA SCALA DEI COLORI USATA E' COME QUELLA DELLE TEMPERATURE: E' VIRATA PER I BOCCALONI.
Finalmente uno che nomini l'unico OUTPUT FATTUALE non contestabile dei livelli di inquinamento: la speranza di vita (nonostante pandemia spintaneamente incentivata nelle RSA, diciamo).
Certo che da noi nel catino c'è più inquinamento di altre parti, ma se campiamo mediamente più degli inglesi e quanto gli svedesi, vuol dire che L'INQUINAMENTO E' SOTTO SOGLIA PER TUTTI, NON E' (più) UN FATTORE RILEVANTE SULLA SPERANZA DI VITA DELLE PERSONE, non quanto ad es. l'abitudine di bere superalcoolici.
It's the science, dude.
No, niente Wozniak o Steve Jobs, qui si parla dei VERI inventori del Personal Computer, qui si parla di una storia Italiana che cambiò il mondo.
Ivrea 1962, Il genio visionario Adriano OLIVETTI è già morto e la successione dell'azienda è affidata a suo figlio Roberto.
C'è però un ingegnere di nome Pier Giorgio Perotto, che ha un’idea geniale, degna del grande Adriano: costruire una macchina per elaborare dati che offra autonomia funzionale e che quindi abbia dimensioni ridotte per stare in ogni ufficio, programmabile, dotata di memoria, flessibile e semplice da usare.
Perotto crea un team di giovani Ingegneri: Giovanni De Sandre, Gastone Garziera, Giancarlo Toppiche, che lavora su questo progetto "IMPOSSIBILE" per l'epoca, considerando che sino ad allora i Computer erano grandi come stanze ed utilizzabili solo da esperti programmatori.
Dopo un anno dal lancio del progetto, il TEAM riesce a sviluppare un primo rudimentale prototipo rinominato "Perottina" ma purtroppo Olivetti, sprofonda in una crisi finanziaria profondissima, entrano nuovi soci e non capendo le potenzialità enormi che aveva il reparto Elettronico dell'azienda lo svendono all'americana General Electric con tutti i brevetti, al motto:
"Nessuna azienda Europea può entrare nel mercato dell'elettronica, non fa per noi, non siamo in grando, per quello ci sono gli americani"
Perotto però riesce a sottrarsi e sottrarre il suo TEAM al trasferimento, e prosegue, dimenticato dal resto dell'azienda che oramai si occupava d'altro, nel suo progetto visionario facendo progettare il Design della Macchina a Mario Bellini (designer famoso dell'epoca)
1965 New York. Il prototipo definitivo della Programma 101 è finalmente pronto ed in occasione del BEMA (salone delle macchine per l’automazione dell’ufficio), la fiera piu' importante dell'epoca, viene presentata al grande pubblico.
Il PRIMO PC ebbe un successo pazzesco, stavolta a giudicarlo non erano capi d'azienda (che poco capivano di elettronica) ma persone comuni, tutti si chiedevano dove fosse il cavo che collegasse quella bellissima macchina ad un "vero computer", nessuno poteva credere che era quello il computer stesso.
Il costo passò da 100000 dollari dell'epoca di un computer tradizionale a poco più di 3200 dollari, tutti ne volevano uno, anche la NASA ne acquistò diversi esemplari.
Purtroppo però In Olivetti, a parte il gruppetto di Perotto, non ci sono più i tecnici e ingegneri elettronici indispensabili sia per progettare ulteriori sviluppi del prodotto, sia per organizzare una rete commerciale in grado di vendere un prodotto ben diverso dalle macchine per scrivere o da calcolo.
L’Olivetti cerca di richiamare tecnici e ingegneri che sono finiti alla OGE (General Electric), dove lavorano per gli americani; ma i tempi non sono brevi, mentre l’industria americana, colta l’importanza delle novità introdotte dalla P101, non perde tempo per imboccare la stessa strada.
Il resto è storia.
Hello my friends….I am waiting for you….
just some lads, being fellows
Il Ciao faceva più di 140km con un pieno, quindi circa 50 km/l. Progettato dall'Ing. Bruno Gaddi, cilindrata di 49cc, una manutenzione irrisoria e i pedali se rimanevi a secco. Il ciclomotore più venduto al mondo, produceva meno gas serra di una bici elettrica attuale.
Hello my friends….I am waiting for you….
Fa il paio con la "scoperta" AIFA che i cd. "vaccini" mrna non sono vaccini, non vaccinano.
Olimpiadi/1
Come sono già tutti eccitati i cronisti nel dar notizia dei primi sabotaggi e dei primi allarmi bombe, non vedono l'ora di assistere alla Storia, ai fuochi d'artificio dello Zeitgeist, gli fa curriculum. I più eccitati, come al solito, i giornali on line, in combutta con i colleghi iettatori della televisione che ogni tre per due ci impacchettano col fiocco i servizi su Monaco '72, quella sì un'edizione storica, altro che Tokyo 2020 che se non fosse stato per il Covid non avrebbe fatto manco statistica. Beccamorti.
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Tutto molto greennnnnnn...
Avete mai sentito la parola resilienza?
Vi siete mai chiesti perché in televisione, alla radio, perfino sui giornali c’è la moda dilagante di usare questa parola?
Tutti la usano. I politici la adorano. Addirittura l’hanno messa nel nome del piano di ripresa nazionale.
Ma sapevate da cosa deriva la parola resilienza? Cosa significa?
Resilienza è una parola presa in prestito dal mondo della fisica.
Ha resilienza un «materiale capace di assorbire continui urti senza rompersi. Restando intatto, inerte».
La plastica è resiliente.
La gomma è resiliente, non importa quanto la colpisci, resta sempre uguale. Il vinile è resiliente, sì quello che viene usato per le pavimentazioni.
Ecco come ci considerando in poche parole. In un mondo in cui le persone sono definite «risorse», «contribuenti», «consumatori», in cui le vittime prendono il nome di «perdite e costi umani», come nei bilanci aziendali, gli esseri umani devono essere resilienti appunto.
E fateci caso: flessibilità, adattabilità, resilienza, tutti aggettivi che vanno di moda nel mondo del lavoro, sono tutti presi in prestito dallo stesso mondo: quello delle pavimentazioni.
L’ho già detto ma lo ripeto: le parole non sono mai soltanto parole ma sono orizzonti.
Le parole che usi creano e definiscono il tuo mondo.
E allora lo dico, e lo dico a gran voce: al diavolo la resilienza. Al diavolo il «rider felice di percorre cinquanta chilometri in bicicletta per consegnare un panino». Al diavolo l’uomo macchina che più lo insulti, lo maltratti e lo metti sotto pressione, più si lascia scivolare tutto addosso.
Quando la vita picchia duro non rispondo con un sorriso ebete. Accuso il colpo. Ogni urto mi lascia una cicatrice addosso.
Ecco cosa vorrei dirvi: non lasciate che nessuno vi consideri come una cosa e non come una persona!
«Siamo persone, non tasti di pianoforte. Nessuno può schiacciarci per suonare la musica che piace a loro».
E ogni volta che sentite qualcuno parlare di resilienza, mandatelo gentilmente a quel paese perché quasi sicuramente sta facendo una cosa, e una cosa soltanto: vi sta trattando come un elettrodomestico e non come una persona!
- Guendalina Middei
Avete mai sentito la parola resilienza?
Vi siete mai chiesti perché in televisione, alla radio, perfino sui giornali c’è la moda dilagante di usare questa parola?
Tutti la usano. I politici la adorano. Addirittura l’hanno messa nel nome del piano di ripresa nazionale.
Ma sapevate da cosa deriva la parola resilienza? Cosa significa?
Resilienza è una parola presa in prestito dal mondo della fisica.
Ha resilienza un «materiale capace di assorbire continui urti senza rompersi. Restando intatto, inerte».
La plastica è resiliente.
La gomma è resiliente, non importa quanto la colpisci, resta sempre uguale. Il vinile è resiliente, sì quello che viene usato per le pavimentazioni.
Ecco come ci considerando in poche parole. In un mondo in cui le persone sono definite «risorse», «contribuenti», «consumatori», in cui le vittime prendono il nome di «perdite e costi umani», come nei bilanci aziendali, gli esseri umani devono essere resilienti appunto.
E fateci caso: flessibilità, adattabilità, resilienza, tutti aggettivi che vanno di moda nel mondo del lavoro, sono tutti presi in prestito dallo stesso mondo: quello delle pavimentazioni.
L’ho già detto ma lo ripeto: le parole non sono mai soltanto parole ma sono orizzonti.
Le parole che usi creano e definiscono il tuo mondo.
E allora lo dico, e lo dico a gran voce: al diavolo la resilienza. Al diavolo il «rider felice di percorre cinquanta chilometri in bicicletta per consegnare un panino». Al diavolo l’uomo macchina che più lo insulti, lo maltratti e lo metti sotto pressione, più si lascia scivolare tutto addosso.
Quando la vita picchia duro non rispondo con un sorriso ebete. Accuso il colpo. Ogni urto mi lascia una cicatrice addosso.
Ecco cosa vorrei dirvi: non lasciate che nessuno vi consideri come una cosa e non come una persona!
«Siamo persone, non tasti di pianoforte. Nessuno può schiacciarci per suonare la musica che piace a loro».
E ogni volta che sentite qualcuno parlare di resilienza, mandatelo gentilmente a quel paese perché quasi sicuramente sta facendo una cosa, e una cosa soltanto: vi sta trattando come un elettrodomestico e non come una persona!
- Guendalina Middei
Speranza che risponde "hai firmato una liberatoria" ad un danneggiato in sedia rotelle che chiedeva chiarimenti è la firma messa sotto la propria malafede.
Fate schifo.
I miei istriani per lo stesso motivo e negli stessi anni si son dovuti rifare una vita altrove, MUTI (si, gli stati sono 'nammerda, tutti).
Nel dettaglio, a chi interessi la storia, Israele fu creato dagli inglesi ritagliando aree deserte (Negev) e dove gli ebrei eran già insediati. Gli altri territori dell'area furono assegnati alla Giordania (Cisgiordania o "West Bank", sponda occidentale del fiume Giordano), all'Egitto (Sinai, Gaza) e alla Siria (Golan). Gli abitanti non ebrei dell'area si autodefinivano "arabi".
Tant'è, gli stati arabi circostanti non ci stanno: nel 1948 la Giordania col supporto di Egitto e Siria e i soldi dei sauditi, attacca di sorpresa il neonato stato, confidente che non abbia difese. Viene sonoramente sconfitta, Israele conquista la continuità territoriale e l'area del Tempio a Gerusalemme.
Stesso film stessi protagonisti nel 1967: stavolta gli arabi, armati dai sovietici, vengono sorpresi subito prima dell'attacco e le loro forze armate schierate vengono distrutte in sei giorni; Israele occupa il Sinai il Golan e tutto il West Bank.
Stesso film nel 1973: 50 anni fa come quest'anno, attacco di sorpresa nella festa più di famiglia per gli ebrei, il sabato dello Yom Kippur (come attaccar noi la domenica di Natale). Quella volta sono della partita Egitto e Siria ma non più la Giordania, il perché è rilevante e lo raccontiamo subito, ma prima sintetizziamo come andò la guerra del Kippur: dopo i successi iniziali, egiziani e siriani vengono sonoramente sconfitti in meno di un mese; i carri con la stella di David vengono fermati dal preoccupato Heinz (Henry) Kissinger al km 101 da Il Cairo e a 50km da Damasco indifese.
"Palestina" sinora non s'è mai nominata: di fatto il nome con annessa rivendicazione emerge solo negli anni '60 (Olp, fondata nel '64 da Arafat, egiziano). Si tratta di "movimento di liberazione" come tanti altri allora, finanziato dal comunismo sovietico.
[Btw, digressione: funny come l'indipendentismo Sovranista (basco, catalano, palestinese, nord-irlandese etc.etc.) nasca comunista - coi soldi di - allo scopo di destabilizzare l'Occidente e come il Globalismo Internazionalista nasca antikapitalishta (e sia benecomunista woke ancor oggi). Gira e rigira sempre lì siamo, coi kapò alla Soros e i nazi alla Shwab etc.].
Si tratta di movimento talmente indipendentista palestinese cient'peccient' che ... per prima cosa tenta di impadronirsi della intera Giordania: Settembre Nero 1970, colpo di stato fallito nel sangue. La Giordania si chiama fuori dal giro degli arabi e li espelle tutti. Da lì, non dalle guerre con Israele, si ha la vera Diaspora dei civili palestinesi nei campi profughi.
Dopo il 1970 e la guerra del 1973, gli accordi di Camp David nel 1978 prevedono la restituzione di tutto il Sinai all'Egitto sconfitto in cambio della pace, senza Gaza, e la creazione di una amministrazione palestinese della Cisgiordania. Arafat firma ma poi rinnega; tra tira e molla reticenti e ipocrisie essa viene stabilita nel 1993.
Già che ci siamo, chiariamo che Israele é stato occidentale, laico non confessionale: alcune delle sue città fuori dai territori cd. palestinesi, come Haifa, sono a maggioranza araba musulmana, eleggono sindaci, il 5% del parlamento israeliano è ai partiti arabi (meno che a Marsiglia ma più di Calenda e Fratojanni), cittadini al 100% servizio militare incluso. Si tratta degli unici arabi del Medio Oriente che godano di pieni diritti civili. Con tanti cari saluti a quelli che "antisemita no ma antisionista si"
Torniamo a noi: Gaza arriva dopo, viene concessa da Israele alla amministrazione palestinese nel 2005, rimuovendo con la forza 9.000 settlers (coloni) ebrei. Era parte dell'operazione PACE IN CAMBIO DI TERRITORI. Nel 2007 Hamas si impadronisce di Gaza mediante colpo di stato, sgozzando their style migliaia di palestinesi delle fazioni rivali (nessuna guerra ha mai provocato tanti morti arabi).
L'esito dell'operazione: ennesima conferma che chi cerchi la pace facendo regali a fanatici nazisti, fa la fine di Chamberlain con Hitler nel 1938; nella efficace sintesi di Churchill : "potevano avere la guerra mantenendo l'onore, han ceduto l'onore e avuto la guerra". Con gli zombie dis-umani non si tratta, si combatte.
E si, la guerra fa schifo ma tanto ci sarebbe lo stesso: meglio farla in casa di chi la invochi come i nazisti, che subirla nelle proprie nursery e rave party.
Un conto della serva (in EU sono tutti servi ma non sono capaci di fare i conti), dunque: noi estraiamo oggi 100.000 ton di litio l'anno.
Se le utilizzassimo tutte per fare batterie per auto elettriche, nella situazione tecnologica attuale riusciremmo a costruire 8 milioni di auto l'anno.
Il parco macchine mondiale è costituito di 1,5 miliardi di auto.
La serva dice che ci vorrebbero circa 175 anni per avere tutte auto elettriche. Ma allora, dice la serva, ci deve essere sotto qualcos'altro!
F.B.
Dal profilo fb di Alessandro Olivo:
"Stamattina presto, stufo delle balle di Rubbia, e di Zichichi, stanco delle baggianate di Franco Prodi e Francesco Battaglia, professori emeriti di Climatologia e altre fesserie consimili, nauseato dall'incompetenza di questo scappato di casa a nome John F. Clauser, Premio Nobel 2023 per la Fisica, stimolato, invece, dalle riflessioni profonde e convincenti del Geometra Angelo Bonelli, e del super esperto in bricolage, Alessandro Gassmann (dotato di una incontestabile licenza media inferiore, conquistata gloriosamente col minimo dei voti), due eroi dei nostri giorni che si battono, a viso aperto, sulla responsabilità umana nei cambiamenti climatici, responsabilità legata in modo criminogeno alla iper produzione di anidride carbonica, ho preso il mio vecchio libro di Geografia delle elementari e ho fatto un po' di conti, una delle tante pessime abitudini di noi ignorantoni, indegnamente laureati in Ingegneria.
Nozioni di base.
L’atmosfera terrestre è suddivisa in cinque strati, chiamati sfere, che in ordine di vicinanza alla superficie terrestre sono: la troposfera, la stratosfera, la mesosfera, la termosfera e infine l’esosfera.
La composizione chimica dell’atmosfera terrestre cambia in base allo strato: al suolo l’aria è composta prevalentemente da azoto (78%), ossigeno (21%), anidride carbonica (0,04%) e tracce di altri gas come il metano, l’idrogeno, l’ozono, il neon.
Di questo 0,04% di CO2, secondo conti pubblicati e consolidati dopo attente verifiche, e disponibili in letteratura, le attività umane ne producono il 3,5% della massa equivalente. Combinando questi due dati, si ottiene facilmente che l'uomo sarebbe responsabile di una produzione dello stramaledettissimo gas serra CO2 valutabile in una percentuale gassosa attiva pari a poco più dello 0,001% della massa totale dell’atmosfera presente al livello del suolo. In parole povere i cambiamenti climatici generati dall'iperproduzione di anidride carbonica (sic!) collegata ad attività antropiche pesano sull'atmosfera per una parte ogni centomila parti (1/100.000) della sua composizione.
In questo panorama catastrofico, i 28 paesi dell'Unione Europea sono riconducibili, a livello mondiale, a una produzione di CO2 intorno al 9%, risultando responsabili di un presunto inquinamento da CO2, incidente del 0,31% sulla produzione totale, mentre il rimanente 99,69% riguarderebbe il Resto del Mondo, cosa reputata in alto loco irrilevante e di nessun interesse. Come è noto, nella follia, recentemente ribadita, del programma green approvato dai nostri amatissimi rappresentanti in Europa, dovranno essere spesi migliaia di miliardi di euro, da qui al 2030, per ridurre le emissioni europee del 55%, portando l'incidenza europea a uno strabiliante4,95%, sempre sul 3,5% prodotto dalle attività umane, cioè verranno sacrificati il futuro e il benessere economico di intere generazioni di popoli inermi per garantire all'umanità una diminuzione dello 0,14% sulla produzione dell'anidride carbonica legata alle attività antropiche, lasciando questa volta il 99,83% rimanente sempre al Resto del Mondo. Se poi, nel mentre, Cina, Stati Uniti, Russia e India, tralasciando tutti gli altri, avranno triplicato l'uso del carbone nei processi di trasformazione dell'energia, questo non importa. La cosa che conta è avere portato a casa un risultato così eclatante come la distruzione della già traballante economia europea e l’annichilimento del ceto medio, rozzo e poco informato, sempre ingrato e poco attento alle problematiche ambientali. Il tutto, chiaramente, in cambio di niente.
Corollario
Se si osserva la ricostruzione dell’andamento dell’anidride carbonica e delle temperature, in epoche geologiche, si nota che il periodo attuale è caratterizzato da una bassa concentrazione di CO2. Nel Cambriano, 540 milioni di anni fa, la CO2 atmosferica era di 7000 ppm (parti per milione), mentre i valori odierni sono di 400 ppm (circa 18 volte più bassi).
La vita sulla Terra è basata sul carbonio. Tutti i composti strutturali degli esseri viventi: le proteine, i grassi, l’amido, la cellulosa e così via, sono formati da carbonio.
Se per una ragione qualunque la sua concentrazione diventasse troppo bassa, la vita sulla Terra, come noi la conosciamo, finirebbe, perché il mondo vegetale smetterebbe di esistere. I consumatori primari e secondari, ossia gli erbivori e i carnivori, in nessun modo, potrebbero sopravvivere".
Piccola Bibliografia
1) Prentice I.C., Harrison P., Bartlein P.J., 2011, “Global vegetation and terrestrial carbon cycle changes after the last ice age”, New Phytologist, 189: 988–998. Vedere anche http://www.co2science.org/articles/V14/N34/EDIT.php
2) Simmon R., 2012, “Global garden, NASA Earth Observatory, based on data from Montana University – Numerical Simulations Terradynamic Group – NTSG (http://earthobservatory.nasa.gov/Features/GlobalGarden/).
3) Sitch S. et al., 2015, “Recent trends and drivers of regional sources and sinks of carbon dioxide”, Biogeosciences, 12, 653–679.
4) Zeng et al., 2014, “Agricultural Green Revolution as a driver of increasing atmospheric CO2 seasonal amplitude”, Nature, vol . 5015, 20 nov.
Basta guardare chi ha studiato medicina... hanno fette di prosciutto "quadruple" sugli occhi... e comunque lo studio istituzionale non è più studio ma indottrinamento..
Questo che vedete è un motore per le navi da crociera. Ogni nave ha 6 motori nafta pesante da 75.600 KW (circa 100.000 CV) Cilindrata 1.8 milioni di cc x 6 ( l'equiv. di 5.400 Volkswagen Golf TDI ) Consumo: 13,8 tonnellate/ora ovvero 390.000 litri al giorno. 120.000 tonnellate/anno, l'equivalente dell'intera produzione di nafta pesante della raffineria di Falconara (AN). Poi vi dicono che per risolvere il problema del cambiamento climatico dovete comprarvi una macchina elettrica...
La superficie boschiva in Italia è di oltre 11 milioni di ettari (11.110.315 per la precisione), pari al 38% del territorio nazionale. Germania e Svizzera sono al 31%. Negli anni ‘50 la superficie di territorio italiano coperta da boschi era la metà, 5,6 milioni di ettari.
Dal 1985 al 2015 le foreste hanno avuto un incremento pari al 28%, passando da 8.675.100 a 11.110.315 ettari, in graduale e costante espansione. Questa tendenza è legata principalmente all’abbandono delle aree agricole marginali di collina e montagna.
Le foreste italiane sono tra le più ricche a livello europeo, ospitando 117 specie differenti soltanto nello strato arboreo (2/3 delle specie arboree europee). Le tipologie forestali più diffuse in Italia sono le faggete, i boschi di rovere, roverella e farnia e le cerrete che occupano ciascuna una superficie di poco superiore a un milione di ettari; altre categorie molto rappresentate sono i castagneti, gli ostrieti e carpineti, le leccete e i boschi di abete rosso, che raggiungono superfici comprese tra mezzo milione e un milione di ettari.
In dieci anni, le foreste italiane hanno catturato 290 milioni di tonnellate di CO2 dall'atmosfera, cioè poco meno di quanto le attività antropiche italiane producono in un anno.
Fonte: “Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi forestali di carbonio”, realizzato dall’Arma dei Carabinieri con il supporto scientifico del Crea (2013-2020, dati 2015)
(Via web)
"Vale la pena ricordare che la Olivetti aprì una sede a Cupertino nel 1972, quando Jobs era ancora un fricchettone impiegato in Atari...
Mi piace ricordare questi dettagli per dare l'idea dell'enorme vantaggio che l'azienda di Ivrea aveva sugli americani (in Europa non c'era partita, Olivetti negli '80 fu il primo produttore di PC e 3° al mondo, creando i primi portatili con processori micro) che arrivano dopo su certe "visioni", grazie a noi italiani, che non siamo solo pizza& mandolino come ci descrivono (e vorrebbero) da almeno trent'anni.
Ai giovani va spiegato cosa fosse la Olivetti, chi era Faggin (inventò il "touch"), che contributo diedero gli italiani alla Rivoluzione Informatica (la NASA copiò un elaboratore italiano, non si usava dire "computer" ma, italianamente, "elaboratore", per mandare l'Apollo sulla Luna). Paradossale che a scuola tutto ciò non sia nei programmi...
In Europa nessuno può vantare ciò che fece l'Olivetti, ridimensionata a partire dal '92, ovvero quando parti la svendita degli "ori di famiglia". Un Italia troppo forte economicamente non andava bene a certe latitudini...
L'Italia, sosteneva Enrico Mattei, deve esportare tecnologia e nuove idee, non braccia; insomma, all'estero non si va per fare gli straccioni..."
~ Da Associazione Archivio Storico Olivetti