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<<<Come medico sono rimasto scioccato quando ho letto lo studio del Dott. Neil Orr pubblicato nel 1981 negli Annals of the Royal College of Surgeons of England.
Il dottor Orr era un chirurgo nell’Unità chirurgica Severalls a Colchester.
E per sei mesi, da marzo ad agosto 1980, lui assieme ai suoi colleghi chirurghi e il personale di quell’unità , decisero di vedere cosa sarebbe successo se non avessero indossato mascherine durante gli interventi chirurgici.
Non hanno indossato mascherine per sei mesi e hanno confrontato il tasso di infezioni di ferite chirurgiche da marzo ad agosto 1980 con il tasso di infezioni di ferite da marzo ad agosto dei quattro anni precedenti.
Hanno scoperto, con loro grande stupore, che quando nessuno indossava mascherine durante gli interventi , il tasso di infezioni della ferita chirurgica era meno della metà di quello che era quando tutti le indossavano .
LA LORO CONCLUSIONE:
“Sembrerebbe che la contaminazione minima possa essere raggiunta al meglio senza indossare una mascherina” e che indossare una mascherina durante l’intervento “è una procedura standard che potrebbe essere abbandonata“.
Ero così sbalordito che ho setacciato la letteratura medica, sicuro che si trattasse di un colpo di fortuna e che studi più recenti avrebbero sicuramente dimostrato l’utilità delle mascherine nel prevenire la diffusione delle malattie .
Ma con mia enorme sorpresa la letteratura medica degli ultimi quarantacinque anni è rimasta coerente:
LE MASCHERINE SONO INUTILI PER PREVENIRE LA DIFFUSIONE DI MALATTIE E SEMMAI SONO OGGETTI ANTIGENICI CHE A LORO VOLTA DIFFONDONO BATTERI E VIRUS .
1. • Ritter et al., Nel 1975, hanno scoperto che “l’uso di una mascherina chirurgica non aveva alcun effetto sulla contaminazione ambientale della sala operatoria”.
2. • Ha’eri e Wiley, nel 1980, hanno applicato microsfere di albumina umana all’interno delle maschere chirurgiche in 20 operazioni. Alla fine di ogni operazione, i lavaggi delle ferite sono stati esaminati al microscopio. “La contaminazione, da particelle di albumina della ferita, è stata dimostrata in tutti gli esperimenti.”
3. • Laslett e Sabin, nel 1989, hanno scoperto che cappucci e maschere non erano necessari durante il "cateterismo cardiaco". “Non sono state riscontrate infezioni in nessun paziente, indipendentemente dal fatto che sia stato utilizzato un cappuccio o una mascherina”, hanno scritto.
Sjøl e Kelbaek sono giunti alla stessa conclusione nel 2002.
4. • Nello studio di Tunevall del 1991, un team di chirurghi generali non ha indossato maschere nella metà degli interventi chirurgici per due anni. Dopo 1.537 operazioni eseguite con mascherine, il tasso di infezione della ferita chirurgica era del 4,7%, mentre dopo 1.551 operazioni eseguite senza mascherine, il tasso di infezione della ferita era solo del 3,5%.
5. • Una revisione di Skinner e Sutton nel 2001 ha concluso che:
“Le prove per l’interruzione dell’uso di mascherine chirurgiche, sembrerebbero essere più forti delle prove disponibili per supportare il loro uso continuato”.
6. • Lahme et al., Nel 2001, hanno scritto che :
“le mascherine chirurgiche indossate dai pazienti durante l’anestesia locale, non hanno ridotto la concentrazione di batteri presenti nell’aria sul campo operatorio nel nostro studio. Quindi sono superflui" .
7. • Figueiredo et al., Nel 2001, hanno riferito che in cinque anni di "dialisi peritoneale" senza mascherine, i tassi di "peritonite" nella loro unità non erano diversi da quelli negli ospedali in cui erano indossate le mascherine.
8. • Bahli ha effettuato una revisione sistematica della letteratura nel 2009 e ha scoperto che :
“non è stata osservata alcuna differenza significativa nell’incidenza di infezione della ferita postoperatoria tra gruppi di mascherine e gruppi operati senza mascherine”.>>>
Avevo ricevuto questo messaggio su Telegram, ma temevo si trattasse di una bufala, così ho iniziato a cercare gli studi citati per verificarne la reale esistenza.
Con mio grande stupore ho scoperto che, effettivamente, dal 1975 ad oggi sono stati effettuati numerosi studi riguardo l'utilità o meno della mascherina chirurgica in sala operatoria!
Quelli qua sotto sono solo due fra i tanti, gli altri li potete trovare a fondo pagina, nella sezione "articoli simili".
SE, AD UN METRO DI DISTANZA, UN CHIRURGO NON CONTAMINA UN PAZIENTE APERTO SUL TAVOLO OPERATORIO, COME PUÒ IL COVID19 TRASMETTERSI SE SI MANTIENE IL DISTANZIAMENTO, ANCHE SENZA MASCHERINA?
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Il 7 dicembre 1981 (e non 1980, come erroneamente scrisse il blog di Grillo) il comico allora 33enne era a Limone Piemonte ospite di amici, i Giberti. C'era il 45enne Renzo, vecchio sodale, ex calciatore del Genoa, sua moglie Rossana Guastapelle, 33enne, e i figli Francesco di 9 e Cristina di 7.
Dopo pranzo decisero di andare a godersi qualche ora di sole a Col di Tenda, a quota duemila, dove c'era una baita (Baita 2000) raggiungibile da una strada stretta e non asfaltata. Col di Tenda era un'antica via romana, tra la Francia e la Costa ligure, che per secoli era stata attraversata da eserciti e mercanti: in pratica una sterrata militare che porta ad antiche fortificazioni belliche.
LA DINAMICA
L'idea fu di Grillo, e pazienza se la strada era rigorosamente chiusa al traffico perché pericolosa. La Range Rover di Giberti aveva problemi e non partiva. La Chevrolet di Grillo era nuova, ma quel viaggio fu comunque una follia: era una strada d'alta quota non asfaltata, e non per caso altri amici - e un'opportuna segnaletica - l'avevano vivamente sconsigliato. È tutto agli atti. Grillo pensava di potercela fare. A poche centinaia di metri dall'arrivo, il cane iniziò ad abbaiare, così Carlo e Monica scesero per fargli fare una passeggiata.
Lo schianto è di poco dopo: la strada divenne un lastrone di ghiaccio e l'auto iniziò a scivolare all'indietro, urtò una grossa roccia, ruotò e precipitò nel burrone. Il comico si lanciò d'istinto fuori e si salvò. I Giberti e il figlio morirono. L'amico Mambretti si salverà dopo una lunga degenza. Sconvolto, Grillo si rifugiò nella casa di Savignone che divideva col fratello. Il processo di primo grado fu nel 1984. Emblematico l'interrogatorio in aula: «Quando si è accorto di essere finito su un lastrone di ghiaccio con la macchina?»; «Ho avuto la sensazione di esserci finito sopra prima ancora di vederlo»; «Allora non guardava la strada».
Il 21 marzo, dopo una lunga camera di consiglio, Grillo venne assolto dal tribunale di Cuneo con formula dubitativa, la vecchia insufficienza di prove: questo dopo aver pagato 600 milioni alla piccola Cristina di 9 anni, unica superstite della famiglia Giberti. La metà dei soldi - una cifra enorme, per l'epoca - furono pagati dall'assicurazione: «La stampa locale, favorevolissima al comico, gestì con particolare attenzione la fase del risarcimento» ha raccontato un collega genovese.
Il Secolo XIX, quotidiano locale, s’ infiammo con un lungo editoriale a favore dei giudici e dell'avvocato difensore, ma l'entusiasmo fu di breve durata: l'accusa propose Appello e venne fuori la verità, ossia le prove: il pericolo era stato prospettato anche da una segnaletica che nessun giornalista frattanto era andato a verificare. La strada in effetti era chiusa al traffico.
IL VERDETTO
La Corte d'Appello di Torino, il 13 marzo 1985, lo condannò a un anno e quattro mesi col beneficio della condizionale, ma col ritiro della patente: «Si può dire dimostrato, al di là di ogni possibile dubbio, che l'imputato, risalendo la strada da valle, poteva percepire tempestivamente la presenza del manto di ghiaccio (…). L'esistenza del pericolo era evidente e percepibile da parecchi metri, almeno quattro o cinque, e così non è sostenibile che l'imputato non potesse evitare di finirci sopra», sicché l'imputato «disponeva di tutto lo spazio necessario per arrestarsi senza difficoltà», ma non lo fece, anzi, decise «consapevolmente di affrontare il pericolo e di compiere il tentativo di superare il manto ghiacciato. Farlo con quel veicolo costituisce una macroscopica imprudenza che non costituisce oggetto di discussione».
Non andrà meglio in Cassazione, l'8 aprile 1988: pena confermata nonostante gli sforzi dell'avvocato Alfredo Biondi, poi inserito da Grillo nella lista dei parlamentari condannati e dunque da epurare; sua colpa, un reato fiscale depenalizzato e sostituito da un'ammenda. Ma per Alfredo Biondi, almeno, il diritto all'oblio esiste di sicuro: è morto 29 giorni fa.
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ghosted; bodie, california
Povera #Milano. Prima fermata dal virus, ora da #Sala. Altro che #milanononsiferma ….
Non si sa mai... 🙄🙄🙄
Llega el primer caso a la península y el Coronavirus se hace twitter.
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Ricapitolando: se a compiere una strage è un bianco, allora il famoso "white supremacists" viene sbattuto in prima pagina e rimarcato più volte: se a compierlo è un islamico, il particolare non è importante perchè "non è una questione di razze"..
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Selischi village in Tver region, Russia (1988)
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Adopted and so grateful. (via fresnohumane)
“La donna perfetta ha la coscienza pulita
e la mente sporca…”
Ely@🌺